Emme Rossa |
Mesi di Gennaio e Febbraio 1945
SOMMARIO
1° Gennaio
– uccisione dei fratelli Serafini e ulteriori agguati a fascisti
LUNEDI 1 GENNAIO 1945
E' il giorno di capodanno, ultimo della guerra che ha sconvolto tutto il
mondo e che ha portato la lotta fratricida, nelle nostre terre, ad un quotidiano
stillicidio di caduti.
Nella zona di Castelfranco Emilia e precisamente a Panzano, due fratelli
di sentimenti fascisti sono assassinati dai partigiani:
SERAFINI
GUIDO(1)
di trentuno anni ,
SERAFINI
GIOVANNI (2),
di ventidue anni.
A Villa Freto, in Comune di Modena, è prelevato dalla propria
abitazione il milite della Repubblica Sociale Italiana:
MANICARDI
LAURO(3).
La sua salma non è più stata ritrovata.
Carpi –
La “Casa Rossa” eccidio di giovani e vecchi
LUNEDI 8 GENNAIO 1945
A Carpi, in Viale Carducci, in un casolare denominato "casa
rossa" abita una famiglia di contadini, composta da un solo uomo e da tante
donne. La più giovane è fidanzata con un fascista repubblicano. Tanto bastava
per essere tacciati, tutti, come spie fasciste e quindi da eliminare. I
partigiani, in folto gruppo e ben armati, invasero la casa di notte quando erano
tutti a letto. Le povere vittime vennero portate al pianterreno e falciate a
raffiche di mitra. In questo massacro rimasero vittime della violenza:
MORANDI
VIRGINIA(12)
di anni sessantadue;
GATTI
DOMENICA(13),
di settantasei anni;
SACCHI
ANNAMARIA(14),
di ventuno anni;
POLI
MARIA(15)
di venti anni;
MARTINELLI
SECONDO(16)
di sessantasette anni;
VINCENZI
CITA(17),
di ottanta anni;
quest'ultima signora anziana venne finita nel suo letto con un colpo in bocca, in quanto era paralitica.(18)
San
Damaso – Sterminio della Famiglia Pallotti
(vedi fotografia)
MARTEDI 9 GENNAIO 1945
PALLOTTI
CARLO(19)
di quarantasette anni, ucciso assieme alla moglie ed ai giovani figli:
PALLOTTI
BERTOLACELLI MARIA(20),
PALLOTTI
LUCIANO(21),
di quindici anni,
PALLOTTI
MARIA(22)
di dodici anni.
Di questo allucinante fatto di sangue, emblematico per tanti aspetti ,
di cosa sia stata la resistenza, riportiamo un articolo di un noto giornalista
modenese, che descrive con molta esattezza come si verificarono i fatti:
In
quell'occasione i partigiani comunisti avevano preso a sparare sulle finestre e
la figlia del dottore, Maria Luisa di dodici anni, s'era messa a letto
spaventatissima, con una febbre da cavallo. L'altro figliolo, Luciano, s'era
dimostrato più coraggioso, ma aveva chiamato il babbo in segreto, gli disse che
aveva molta paura e che, per il bene di tutti, sarebbe stato meglio trasferirsi
altrove. Il veterinario allora aveva chiesto al Vaschieri due stanzette.
Salendo
su una scaletta, tre armati raggiunsero lestamente il piano superiore. Vaschieri
intese il grido di una bambina ed il pianto disperato di un ragazzo. E poi un
grido di donna: vi fù un tramestio, come di seggiole violentemente sbattute e
un tizio rimasto di guardia alla porta, ad un tratto corse di sopra. Si udì
allora un ordine secco seguito da alcune raffiche di mitra. Poi più nulla.
Carlo Pallotti sua moglie e i due bambini, giacevano riversi sul pavimento di
mattoni, unendo i loro rivoli di sangue.
Uno
degli sparatori si chinò sul corpo crivellato del veterinario; era ancora caldo
di vita, il sangue seguitava a uscire a fiotti dalla gola e c'era pericolo che
la bella giubba di pelle indossata dal morente si sporcasse. Allora Carlo
Pallotti fu spogliato e il suo carnefice si rimirò con soddisfazione in uno
specchio pendente alla parete. Alla signora Maria furono tolti gli orecchini,
l'orologio da polso e le fedi. A Maria Luisa venne strappata una medaglietta
della Madonna.
Così
terminò l' "azione di guerra". I giustizieri ridiscesero le scale,
diedero una voce al Vaschieri, scaricarono ancora i mitra contro una parete:
"non ti muovere fino all'alba. Stattene tranquillo perché hai visto cosa
succede ai nostri nemici". Fernando Vaschieri si strinse presso i suoi
familiari, inebetito, incapace di comprendere ciò che era successo. La fiamma
di una candela fissata su una bottiglia cominciò a sussultare perché s'era
tutta consumata. Il contadino ebbe il terrore di rimanere al buio: si mosse,
cercò una nuova candela, la accese, si rimise nel solito cantuccio. Su una
mensoletta, una sveglia scandiva gli attimi di interminabile angoscia. Ma ad un
tratto Vaschieri udì un lamento : era una voce fioca che proveniva dal piano di
sopra. Non c'erano dubbi: era la voce di Maria Luisa. Si trattava di un pianto
sommesso, rotto a tratti da una invocazione straziante: "papà, mamma,
perchè non rispondete? Anche voi avete tanto male. Ed allora perché non vieni
tu, Gesù ad aiutarmi?". Vaschieri guardò l'orologio alla parete.
"Era trascorsa appena un ora dalla strage. La bimba di sopra chiamava, la
voce era sempre più fioca :Gesù perchè non vieni?" C'era da accorrere
presso la bimba. Ma il contadino Fernando Vaschieri non aveva un cuor di leone e
non volle disobbedire agli ordini dei carnefici. Non ebbe nemmeno il coraggio di
affrontare il pericolo del coprifuoco per correre poco distante, chiamare aiuto,
cercare un medico per la povera Maria Luisa: "tanto è destinata a
morire" si scusò con se stesso. E non si scosse nemmeno quando, all'alba,
la piccina cessò di invocare Gesù."(23)
A guerra finita vennero scoperti gli autori dell'atroce delitto. Presero
parte alla strage tali: R. M., M. D., S.S., B. E., C. G., M. G. ed altri due non
identificati. I partigiani arrestati confessarono la strage. Sottoposti a vari
processi solo il R. M. ed il C.G. vennero condannati rispettivamente a 30 e 16
anni. Gli altri imputati furono assolti per avere agito in base agli ordini
superiori. La corte d'Appello di Ancona condannò
i due e la Corte d'Appello di Roma, in data 7 Novembre 1955, ha applicato
ai partigiani il condono per ragioni politiche riducendo la pena a due anni per
R.M. ed estinguendo interamente la condanna al C.G.(24)
Uccisione di una giovane
donna a Gargallo di Carpi
SABATO 20 GENNAIO 1945
MAINI
EVALDA.(37)
Di questo orrendo delitto riportiamo parte del racconto fatto da un
giornalista nell'immediato dopoguerra, in un articolo che aveva per titolo:
" I processi ai profittatori della resistenza - Atroci violenze a
donne innocenti nei piccoli paesi della bassa modenese." Assieme ad altri
episodi analoghi, si racconta anche la brutale violenza commessa su questa
giovane donna:
Castelnuovo Rangone – uccisione di padre e figlia
DOMENICA 21 GENNAIO 1945
GOZZI
GIUSEPPE(39),
GOZZI
INES(40).
Ines è una laureanda in legge(41), ed è sfollata a Castelnuovo Rangone
con la famiglia, proveniente da Modena; la giovane trova un lavoro come
interprete presso il Comando tedesco del posto. Si prodigò per la popolazione
in tante circostanze e, quando nel Novembre del 1944 vennero uccisi due soldati
tedeschi, con il suo intervento, riuscì ad evitare una spietata rappresaglia,
che i tedeschi volevano mettere in atto attraverso la fucilazione di numerosi
ostaggi e con l'incendio di molte case del paese. Per questo suo intervento
venne soprannominata: "la salvatrice" Era fidanzata con un Ufficiale
fascista. Venne prelevata nel pomeriggio assieme al padre e portata in aperta
campagna, dove venne violentata sotto gli occhi del genitore. Poi i due vennero
finiti con un colpo di pistola alla nuca ed i cadaveri gettati in un pozzo nero.
I responsabili del duplice delitto, a guerra finita, identificati, vennero
assolti per aver compiuto un azione di guerra. Ma vediamo come la storiografia
partigiana racconta questa "azione di guerra":
In pianura, gli altri gruppi partigiani, sap, non erano da meno nelle
fantastiche azioni di guerra contro donne indifese, azioni che servivano ad
aumentare la cronaca dei vari diari delle Brigate partigiane, in modo da far
vedere ai loro capi, a guerra finita, il notevole numero di azioni da loro
effettuate: a Soliera in questo giorno veniva uccisa tale:
FRANCIOSI
DIRCE(43).
26 Gennaio - uccisioni nel Carpigianoe e a Castelnuovo Rangone
MERCOLEDI 24 GENNAIO 1945
Vengono trucidati due fratelli ed il Segretario del Fascio Repubblicano
di quel Comune:
GUIDETTI
GIOVANNI(48);
aveva quarantaquattro anni ed era milite della contraerea; venne
prelevato dalla propria abitazione assieme alla sorella di trentotto anni:
GUIDETTI
ELIDE(49).
Vennero trascinati in un campo vicino alla casa ed assassinati alla
presenza dei tre piccoli figli del primo. Assieme a loro venne anche ucciso,
come si è detto, il Segretario del Fascio di trentatré anni:
SOLINAS
DE MURO GAVINO(50).
Sempre dalla storiografia partigiana abbiamo notizia dello svolgimento
di questa "eroica" azione di guerra:
Gli agguati e le imboscate contro fascisti e tedeschi non si contano più;
a Bomporto viene assassinato il milite della Guardia Nazionale Repubblicana:
ASTOLFI
DANTE(53);
A Maranello i partigiani prelevano e poi uccidono tale:
CASELLI
TELEMACO(54)
A Carpi in un agguato teso dai partigiani di quelle zone vengono
catturati e poi trucidati, un gruppo di soldati tedeschi e fascisti: i militi
della Brigata Nera uccisi dai partigiani sono:
FURONI
NELDO(55);
GAVIOLI
ALCIDE(56);
TURCHI
DANTE(57).
Ma vediamo come viene raccontata questa esecuzione eseguita con
incredibile ferocia dai partigiani (che non facevano mai prigionieri), dalla
storiografia resistenziale:
A Spezzano di Fiorano resta ucciso il civile di cinquantatre anni
DI
NOIA VINCENZO (59bis)
San Giacomo di Bastiglia – Uccisione del Dott. Cavazzuti
Saverio
e
altre uccisioni di fascisti in Provincia
SABATO 27 GENNAIO 1945
CERRETTI
RENATO(60);
era di Mirandola; mentre nella zona di Carpi rimane ucciso tale:
CAIUMI
ARRIGO(61).
A Fiorano viene trucidato da elementi partigiani il medico veterinario:
SILVA
PIO(62);
era uno stimato professionista, benvoluto dalla popolazione. Ma era un
fascista, e per di più convinto, come dissero gli assassini.
A Maranello resta ucciso il marò scelto della 2° Divisione Granatieri
"Littorio":
BARONI
FRANCESCO(62BIS).
CAVAZZUTI
SAVERIO;
aveva cinquantadue anni, laureato in Agraria, entra in servizio militare
nel 1940 e, alla sua costituzione, aderisce alla RSI, affermando apertamente, a
voce e per iscritto le sue idee di fermo attaccamento all'onore della Patria e
di avversione ai partigiani. Rimanendo fervidamente cattolico, si stacca per
questo da parenti ed amici tiepidi e temporeggiatori. Viene assalito in casa,
una prima volta, dai partigiani, e, messo al muro si dimostra impavido davanti
alla morte e rifiuta di supplicare, dicendosi lieto di offrirsi per la Patria e
di salire a Dio. Viene rilasciato ma non abbandona per questo, nè il suo
servizio nè la città.
In questo giorno mentre percorreva in bicicletta, solo e disarmato, la
strada coperta di neve che conduce da Bastiglia a Modena, viene fermato dai
partigiani comunisti che lo conducono con loro. Pare sia stato tenuto vivo una
notte e che abbia dichiarato "sono cattolico e fascista", verso l'alba
venne condotto a morte. In che modo non si sa. Le sue ossa non sono state
ritrovate e la vedova non volle nessuna rappresaglia. Per lunghissimo tempo lo
ha cercato invano. Un altra testimonianza conferma che il Capitano Cavazzuti
venne fermato da due di Bastiglia, poi portato in giro per arrivare ad una casa
tra Bastiglia ed Albareto, poco dopo San Matteo, prima del Cantone, tra la
strada Provinciale e il Naviglio. C'è là una casa con una tettoia , o si
chiamava tettoia la casa stessa, isolata. In questa località sembra che una
donna abbia visto arrivare un gruppetto di uomini, tra i quali il Dott.
Cavazzuti; poi li vide uscire e Saverio era in mutande e maglia. Al chè la
donna disse in dialetto: "Ma cum as fà a purter via un cristian in c'la
manera lè?", e le venne risposto sempre in dialetto: "ma al gà da
fer poca streda". Si suppone sia stato sepolto in quella zona, presso il
greto del Naviglio.(64)
Febbraio –
stillicidio di uccisioni in tutta la Provincia
GIOVEDI
1 FEBBRAIO 1945
BISBINI
GIUSEPPE.(1)
LENZINI RAFFAELE.(3)
A
Pavullo resta ucciso, ad opera di sconosciuti, il giovane di ventidue anni:
IACOPI GUIDO(4).
In località non accertata è ucciso il milite
della G.N.R.:
GROSSI GIORGIO.(5)
GRANDI
VIRGILIO(6),
ed il milite:
NIZZI
PIETRO(7),
che si erano recati presso reparti partigiani per
concordare una tregua, onde evitare rappresaglie tedesche sulla popolazione
civile, sono trattenuti e poi fucilati dagli stessi partigiani.(8)
A Modena resta uccisa, tale:
BASTIA
LIDIA.(9)
A Villa Freto di Modena è ucciso dai partigiani
il milite:
GASPARINI
TERESIO(10);
mentre a Serramazzoni perde la vita:
BESANDI
TEODORA.(11)
A Palagano i partigiani prelevano dalla sua
abitazione e poi uccidono. un ragazzino di quindici anni, era un ex balilla e
Avanguardista delle Fiamme Bianche:
CASTELLI
COSTANTE.(12)
BACCARANI LAURO.(13)
BRANCOLINI
ALDINA,(14)
e del quarantenne:
ARTONI
PRIMO.(15)
MASTRI
AMEDEO,(16)
mentre nella zona di Carpi resta ucciso, tale:
BOTTI
GIUSEPPE.(17)
LODI
ADELMO,(18)
mentre a Torre Maina viene fucilato un
partigiano.(19)
Nella storiografia partigiana si trovano storie
d’azioni che, in molti casi saranno anche state realizzate, ma che alla luce
della ricerca, sia d’altre fonti partigiane sia di fonti fasciste, non sempre
trovano riscontro, oppure vengono talmente stravolte da non aver nessuna
possibilità di essere valutate come veritiere. N’è una prova questa notizia:
Attacco alla Caserma della GNR di Concordia
SABATO 24 FEBBRAIO 1945
In realtà da parte fascista, non risulta che in
quel combattimento, per quanto aspro e violento, sia stata segnalata la morte di
militi o di graduati della Brigata Nera.
Sulla Via Vignolese, viene attaccato un autocarro
tedesco e tre militari tedeschi vengono uccisi(53). Anche questa notizia non
trova conferma in altri testi e inoltre non si trova traccia di rappresaglia
tedesca che in genere veniva effettuata dopo episodi di questo tipo.
A Pavullo, in seguito al terribile bombardamento
aereo, rimangono uccisi, tra i tanti civili, anche due militi della GNR del
centro frignanese, si trattava del milite di trentacinque anni:
LINARI
PIETRO(54),
e del giovane di ventisette anni:
SALVADORI
ARTEMIO(55).
Altri due militari della RSI, restano uccisi, in
località imprecisata, mentre cercavano di disinnescare una bomba inesplosa: si
trattava del sergente maggiore di trentatré anni:
RIBALDO
ANTONIO(56),
e del giovane soldato di ventiquattro anni:
MUNARINI ENZO(57).
MARTEDI 27 FEBBRAIO 1945
Questo signore ha scritto che i piloti di questi
aerei, a quel tempo, facevano palpitare il cuore di tutte le donne italiane del
Nord che altro non aspettavano, secondo il novello favoliere, se non
l'atterraggio di uno di questi eroi alla Clark Gable, per poter essere
conquistate(64). L'eroico aviatore arriva su Modena alle ore 21 e lascia,
invece, cadere un grappolo di bombe nella zona di Via Prampolini.(65)
Sotto questo improvviso, quanto irrazionale
bombardamento, perdono la vita: Carla Monzani, una ragazza di venti anni ed i
Prof. Giovanni Allesina, mentre la moglie di questi, Maria Teresa Tavernari ed
il figlio Angiolo, rimarranno gravemente feriti; altre tre giovani donne, Elide
Morselli, di 19 anni, Adriana Bolognini di 29 anni e Delia Monzani di ventuno
anni, porteranno, per sempre nelle loro carni il ricordo delle schegge delle
bombe lanciate dall’"eroico" pilota americano.(66)
E' veramente avvilente che a tanti anni di
distanza da quei tempi, un uomo della cultura italiana di oggi si possa servire
dei "mass media" per distorcere la realtà, raccontando, in chiave
psicanalitica, gli amori consci o inconsci delle donne italiane di allora.
Ben altri problemi dovevano affrontare,
quotidianamente, le donne e di sicuro quei cuori palpitavano per i loro uomini,
padri, fratelli, fidanzati, sposi che al fronte, o nei campi di prigionia o sul
fronte interno e da entrambe le parti in lotta, erano coinvolti in quell'orrendo
massacro. Ma chissà da quali meandri della psicologia "resistenziale"
escono tali invenzioni: che a cinque anni, quale era l’età del bambino Avati,
si potessero avere tali "visioni" è possibile, ma non sono
assolutamente realistici una volta raggiunta la maggiore età avendo, in teoria,
i mezzi per confrontare realtà con immaginazione.
Secondo certa storiografia partigiana, in questo
giorno(67), elementi dei gruppi Sap, del distaccamento Casalgrandi attaccano una
pattuglia tedesca, uccidendone venti e ferendone altri dieci. In un altro
attacco ad un autocarro carico di truppa, avrebbero ucciso cinque militi
germanici ferendone altri sei.
Dove si siano svolti questi due episodi non è
precisato e tutto lascia credere, come abbiamo già avuto modo di constatare,
che siano le solite "boutade" propagandistiche, ma che però in una
storia compilata a distanza di tempo e con possibilità di affrontare
l’obiettività storica con maggior precisione, non dovrebbero trovare posto.
E mail: civileguerra@xoom.it